Monza: creato algoritmo per lesioni al ginocchio nei giovani pazienti.

Dai ricercatori di Bicocca e San Gerardo algoritmo che aiuta gli specialisti a individuare il trattamento migliore delle rotture del legamento crociato anteriore nei pazienti più giovani.

L’algoritmo aiuta gli specialisti a individuare il trattamento migliore delle rotture del legamento crociato anteriore nei pazienti più giovani. Negli ultimi venti anni l’incidenza di queste lesioni è aumentata notevolmente nei bambini e nei ragazzini per via di un incremento della pratica sportiva. Nonostante i casi si ripropongano sempre più di frequente, non esiste un percorso terapeutico univoco.

L’individuazione del trattamento ottimale tra le tante opzioni possibili è strettamente correlata a circostanze legate al paziente e al tipo di lesione. L’algoritmo messo a punto non esclude l’esperienza clinica, ma la valorizza dal momento che è basato proprio su essa.

L’esperienza acquisita nel Centro di Traumatologia dello Sport all’interno dell’ospedale San Gerardo di Monza ha permesso di incrementate le conoscenze e le possibilità di presa in carico di queste patologie.
Da più di tre anni poi l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e il CHU Grenoble Alpes (CHUGA) di Grenoble collaborano nello studio e nella pratica clinica legata alle patologie muscolo scheletriche di questi soggetti.

Da qui – vista anche la mancanza di un centro di riferimento altamente specializzato – si è deciso di creare un centro internazionale per la presa in carico dei giovani sportivi: è nato così il Transalpine Center of Pediatric Sports Medicine and Surgery (Centre Transalpin de Médecine et Chirurgie du Sport Pédiatrique).

Ora i ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, dell’Ospedale San Gerardo di Monza, della Grenoble Alpes University e del Transalpine Center of Pediatric Sports Medicine and Surgery – in collaborazione con i colleghi di Tolosa (Francia), Rochester (USA) e Thunder Bay (Canada) – hanno effettuato una revisione di tutta la letteratura scientifica in materia e della casistica dei rispettivi centri.

Il lavoro ha portato alla elaborazione di un algoritmo di selezione del trattamento basato su tre condizioni: lo sviluppo scheletrico; la posizione, il tipo e la qualità della lesione; le aspettative di paziente e genitori riguardo le attività future. I risultati dello studio sono confluiti in un articolo (“Management of anterior cruciate ligament tears in Tanner stage 1 and 2 children: a narrative review and treatment algorithm guided by ACL tear location) pubblicato su “The Journal of Sports Medicine and Physical Fitness”.

Nelle rotture del legamento crociato anteriore la decisione sul migliore trattamento terapeutico per lo specifico caso può essere presa, a volte, soltanto in sede di intervento operatorio. Proprio per questo un momento importante è il rapporto che gli specialisti instaurano con i genitori del paziente, affinché questi ultimi siano messi nelle condizioni di poter prestare il consenso informato per la tipologia di intervento che verrà scelta.

“Nei soggetti scheletricamente immaturi, che presentano un alto potenziale rigenerativo, per alcune lesioni del crociato è possibile un trattamento di tipo riparativo e non ricostruttivo” spiega Marco Turati – ricercatore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca, dirigente medico del reparto di Ortopedia dell’Ospedale San Gerardo di Monza e presidente del congresso del Transalpine Center of Pediatric Sports Medicine and Surgery. Poi aggiunge: “Questo tipo di trattamento permette la preservazione del tessuto legamentoso nativo. In altri casi è invece raccomandata la ricostruzione del crociato, poiché è stato evidenziato che rimandare il trattamento a quando il soggetto presenterà caratteristiche di maturità scheletrica lo espone a un alto rischio di lesioni associate. L’algoritmo che abbiamo presentato, infine, evidenzia come il trattamento ottimale non comporti solamente scelte chirurgiche specifiche sul singolo paziente, ma anche percorsi riabilitativi adattati, che permettono un recupero funzionale il più adeguato possibile”.

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