Entro le prossime due settimane, la Commissione europea lancerà una raccolta di contributi per preparare la futura Legge sull’Area Europea della Ricerca (ERA Act), seguita da una consultazione pubblica sul testo legislativo. L’iniziativa è stata annunciata da Magda De Carli, capo dell’unità responsabile per l’ERA presso la Direzione generale Ricerca e Innovazione della Commissione, durante un webinar organizzato dalla Norwegian University of Science and Technology lo scorso 6 giugno.
L’European Research Area (ERA), istituita nel 2000, rappresenta l’obiettivo dell’Unione Europea di creare un mercato unico per la ricerca, l’innovazione e la tecnologia, ma fino ad oggi si è basata su impegni volontari da parte degli Stati membri. A seguito della pubblicazione del rapporto Letta, che sollecita un ruolo centrale della ricerca e innovazione all’interno del mercato unico europeo, la Commissione ha annunciato l’intenzione di introdurre un vero e proprio strumento legislativo per superare la frammentazione degli sforzi di ricerca nell’UE. L’adozione dell’ERA Act è prevista per la seconda metà del 2026.
Secondo De Carli, si tratterà di strumenti giuridici destinati ad affrontare problematiche che non possono essere risolte con la sola collaborazione volontaria. La legge si baserà su tre obiettivi principali: aumentare gli investimenti in R&S fino al 3% del PIL, concentrare il sostegno alla ricerca su priorità strategiche rafforzando il coordinamento tra i finanziamenti europei e nazionali, e favorire la circolazione della conoscenza e dei talenti in tutto il continente.
Durante il suo intervento, De Carli ha anche elencato una serie di possibili ambiti che la legge potrebbe disciplinare, tra cui: investimenti equi in ricerca e innovazione nei Paesi dell’ERA, valorizzazione della conoscenza, uso dell’intelligenza artificiale nella ricerca, scienza aperta, parità di genere, infrastrutture di ricerca, libertà scientifica, sicurezza nella ricerca, mobilità dei ricercatori e condizioni di lavoro e occupabilità nel settore.
L’ERA Act sarà inoltre strettamente collegata alla campagna “Choose Europe for Science”, lanciata dall’UE per attrarre e trattenere ricercatori in Europa, con l’obiettivo di rendere il continente sempre più competitivo sul piano scientifico e tecnologico a livello globale.
Clicca qui per maggiori informazioni.