Atenei: quattro università milanesi tra le 50 migliori al mondo

Crescono Politecnico di Milano e Università Bocconi, ma fra le 50 migliori al mondo sono annoverate anche l’Università Statale e la Cattolica.

Il QS World University Ranking by Subject 2022, una delle classifiche internazionali più autorevoli e consultate, riconosce più di un primato a Milano.

A livello nazionale, fa sicuramente notizia il primato mondiale della Sapienza di Roma per gli Studi classici.

In ambito scientifico – ma non solo – si trovano diverse eccellenze lombarde. Il Politecnico di Milano, conferma il suo 5° posto a livello mondiale in Art&design (disciplina valutata solo in base alla reputazione) e il 10° in Architettura.

Il Politecnico milanese sale all’11° posto in Ingegneria Civile (era tredicesimo nel 2021), al 13° in Ingegneria Meccanica e Aereonautica (dal 15° del 2021) e in Ingegneria tecnologica (era 20°), 19° in Ingegneria Elettronica (dal 22° posto).

Anche l’Università Luigi Bocconi cresce: sale al 6° posto al mondo in Business&management (era settima nel 2021) e al 10° in Social sciences & management, per cui guadagna sei posizioni.

Da segnalare anche il podio dell’Università degli Studi di Milano, prima in Italia in una serie di discipline: Medicina e Chirurgia, Pharmacy and Pharmacology (in cui risulta 34esima a livello mondiale), Filosofia, Social Policy and Administration e per quanto riguarda le discipline correlate allo Sport.

Nelle Natural sciences, la Statale è poi seconda in Italia in Geologia e in Chimica.

Ecco poi Milano Bicocca, al 10° posto in Italia per Scienze naturali, Medicina e Life Sciences. E ancora, l’Università Cattolica si piazza tra le migliori 50 al mondo per “Classics & Ancient History”.

Il QS World University Ranking by Subject censisce ben 1.543 atenei di tutto il mondo, dislocati in 88 città. I dati pubblicati dagli analisti di QS Quacquarelli Symonds sono elaborati guardando a 5 macroaree disciplinari: Life Sciences & Medicine, Natural Sciences, Arts & Humanities, Social Sciences & Management, Engineering and Technology.

I risultati derivano in buona parte da una survey reputazionale su un campione di oltre 130 mila accademici e più di 75 mila aziende.

Un’altra classifica riconosce poi nel Politecnico di Milano l’ateneo italiano più internazionale.

Nell’edizione 2022 del Times Higher Education World University Rankings, infatti, il PoliMI si classifica al 97° posto, e risulta quindi l’università italiana con il più alto grado di apertura della popolazione studentesca e del suo staff.
È un’altra classifica molto importante a livello internazionale, che vede in testa Honk Kong seguita da Singapore, Regno Unito e Svizzera, mentre risultano incredibilmente indietro gli Stati Uniti, il cui primo istituto è il MIT di Boston al 30°posto, con ben quattro posizioni in meno rispetto a un anno fa quando era 26°.
Dietro il Politecnico di Milano, a livello nazionale, troviamo altri tre atenei rientrare nelle prime 200 posizioni: l’Alma Mater di Bologna al 124° posto in classifica e in discesa, con 21 posizioni in meno rispetto al 2021 quando si era classificato 103°; la Sapienza di Roma al 127°, anch’esso in calo di dieci posizioni rispetto al 117° posto della classifica 2021, e la new entry Università di Padova che entra in classifica per la prima volta direttamente alla 132esima posizione.

Numeri che confermano quanto il sistema universitario italiano non brilli per grado di internazionalizzazione, ma dietro a questi cali ci sono anche gli effetti della pandemia, che non hanno agevolato il compito degli istituti in questi ultimi due anni.

Guardando invece la graduatoria globale del Times Higher Education World University Rankings, come detto precedentemente guida l’università di Hong Kong con il 43% di allievi internazionali sui 48 mila complessivi; al secondo posto troviamo l’Eth di Zurigo, mentre il gradino più basso del podio se lo spartiscono a metà proprio Honk Kong e Svizzera con la Hong Kong University of Science and Technology e l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne a pari merito.

Subito giù dal podio si trova a sorpresa la storica università britannica di Oxford, in calo di una posizione rispetto all’anno precedente.

 

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