Lesioni da trauma o esiti da Covid, un «cervello» fa tornare a camminare
La tecnologia, che rende le persone protagoniste della propria riabilitazione, gestendo la comunicazione tra sistema nervoso centrale e periferico, è stata messa a punto da una PMI innovativa socia del Cluster lombardo scienze della vita e stanziata al Point di Dalmine.
Il dottor Viktor Terekhov (inventore della tecnologia) e l’ingegner Guido Gabbrielli hanno sviluppato il progetto della macchina – attualmente utilizzata in cinque importanti centri riabilitativi lombardi, tra cui la Domus Salutis di Brescia – in collaborazione con i clinici.
Il metodo sviluppato è in grado di dialogare con il sistema nervoso centrale attraverso l’erogazione di stimoli funzionali neuromuscolari mescolati al movimento attivo.
Esistono molte apparecchiature utilizzare nella neuroriabilitazione e che si basano sulla stimolazione elettrica funzionale, ma la differenza del metodo proposto da Viktor è il coinvolgimento attivo del paziente, finalizzato ad innescare meccanismo di neuroplasticità.
Tra le macchine messe a punto da Viktor, VIK-16 è utilizzata presso i centri di riabilitazione e presenta un elevato valore di usabilità e accettabilità sia in pazienti affetti da disabilità sia in persone affette da sindromi neurologiche in esiti da Covid-19. I programmi di movimento e di elettrostimolazione attivano sia le componenti del controllo motorio sia quelle del controllo sensitivo. La sola combinazione recepita dal sistema nervoso centrale, che stimola il processo di riattivazione delle capacità funzionali perdute in pazienti che soffrono di trauma o disfunzione neuromuscolare.
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