La modifica, all’interno del quadro degli orientamenti riveduti dell’UE in materia di aiuti di Stato a finalità regionale, definisce le regioni italiane ammissibili agli incentivi all’investimento regionale.
Per fronteggiare le disparità regionali, l’Italia ha identificato come “zone c non predefinite” parti delle regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto.
L’importo massimo del contributo per le grandi imprese in queste zone può variare tra il 10% e il 25% dei costi d’investimento ammissibili. Tali importi possono essere aumentati di 10 punti percentuali per gli investimenti effettuati dalle medie imprese e di 20 punti per le piccole imprese per i loro investimenti iniziali, con costi ammissibili fino a 50 milioni di euro.
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