Il 27 agosto è arrivata la ratifica ufficiale dalla Commissione Europea che dà il via libera alla terapia CAR-T, la prima terapia cellulare ammessa, in Europa, contro alcuni tipi di tumore resistenti alle cure attuali. Si tratta di una vera e propria rivoluzione terapeutica: terapie “su misura”, personalizzate, ma con costi elevatissimi. Ecco perché già si pensa a una nuova generazione di antitumorali, allo stesso modo efficaci ma più sostenibili economicamente per i sistemi sanitari nazionali. Riccardo Palmisano – amministratore delegato dell’azienda Molmed e presidente di Assobiotec – avverte «quello dei costi è un problema rilevante, non facile da superare: l’automazione del processo, sui cui già oggi si lavora, potrebbe essere una prima risposta, anche se solo parziale; una seconda, più radicale, potrebbe essere quella che permette l’uso di cellule non del paziente, ma di un donatore sano».
L’Italia non sta a guardare. Molmed, infatti, ha già in fase di studio pre-clinico una terapia Car-T autologa, ma ha già stretto un accordo con l’olandese Glycostem, per lo sviluppo clinico di prodotti cellulari allogenici per immunoterapie antitumorali basati su cellule NK (“Natural Killer cells”). La scommessa, dunque, è sui donatori sani.
Fondamentale sarà poi l’adeguamento dei sistemi di rimborso alla crescita dei volumi e degli investimenti, con particolare attenzione ai costi evitati al Ssn. È fondamentale che il Ssn non sia troppo lento nel recepire le innovazioni generate dalla ricerca che, al contrario, corre veloce. Ulteriori info al seguente link