Per rivoluzionare l’approccio terapeutico nel campo oftalmico, obiettivo molto ambizioso, serve uno strumento innovativo. i3D, un dispositivo intraoculare per il trattamento della maculopatia essudativa e di altre patologie oculari mira a essere tale strumento rivoluzionario.
L’idea è di MgShell, start-up nata a Milano dal Politecnico e incubata in PoliHub, che intende risolvere i problemi associati alla degenerazione maculare senile, una patologia della parte centrale della retina e principale causa di cecità negli over 50.
MgShell offre un dispositivo intraoculare, brevettato, biodegradabile e bioriassorbibile per il rilascio di dosi precaricate di farmaco a tempi prestabiliti: un dispositivo in grado di ridurre drasticamente il numero di iniezioni intravitreali e tutti i disagi associati all’attuale pratica clinica.
Marco Ferroni – CEO di MgShell – e Francesco De Gaetano – CTO della start-up – entrambi ingegneri biomedici del Politecnico di Milano, rappresentano la parte operativa del team. Con loro nel ruolo di co-founder Federica Boschetti – docente del Politecnico e advisor scientifico – e Matteo Cereda – specialista e chirurgo retinico all’ospedale Sacco di Milano e advisor clinico.
Dopo alcuni anni dedicati allo sviluppo della ‘base’ scientifica e metodologica del progetto, hanno iniziato ad affrontare le tematiche più vicine al mondo business: a chiedersi che mercato avesse il prodotto, se ci fosse un’estesa e condivisa esigenza clinica tra i pazienti, come dovessero muoversi dal punto di vista brevettuale, se il business plan fosse valido o convenisse continuare soltanto nella ricerca.
Sul loro percorso anche la vittoria di Startcup Lombardia nel 2018 che, insieme ad altri riconoscimenti in altre competizioni per start-up vinte e al primo investimento, li ha spinti a fondare MgShell nell’aprile del 2019. A oggi stanno sviluppando un dispositivo oculare a rilascio di farmaco con una tecnologia realizzata ad hoc per rispondere alle esigenze del mercato, alla tutela e al posizionamento brevettuale e alla necessità di scalabilità per essere utilizzata anche a fini clinici diversi.
LIl core business è focalizzato sulla maculopatia essudativa che, a oggi, è la prima causa di cecità nei paesi industrializzati tra gli over 50. MgShell sta sviluppando un ‘contenitore’ di farmaco per migliorare l’aderenza dei pazienti al protocollo terapeutico e diminuire drasticamente l’abbandono al trattamento, causato dalle frequenti iniezioni, oggi terapia gold-standard per una simile patologia, evitando tantissimi casi di perdita della vista. Ma potenzialmente all’interno del dispositivo può essere caricato qualunque principio attivo e questo rappresenta un enorme vantaggio, consentendo l’utilizzo della stessa capsula per veicolare all’interno dell’occhio anche farmaci per altre patologie, e perché no, in futuro, anche al di fuori dell’ambito oftalmico.
Più nel dettaglio, all’interno dell’occhio è inserito un dispositivo intraoculare, minimamente invasivo perché iniettato in camera vitrea senza necessità di operazione chirurgica; è biodegradabile, è biocompatibile, è a rilascio programmato.
Si tratta di un dispositivo iniettabile che può essere utilizzato anche in campo intra-operatorio o come applicazione sottocutanea per altre patologie che richiedono dosi di farmaco con un rilascio nel tempo ben preciso. La durata è modulabile in funzione dell’esigenza clinica, variando la configurazione, il tipo di biomateriale utilizzato e il numero di dosi di farmaco che si possono inserire all’interno.
La scelta è caduta su dispositivi bioriassorbibili, invece di ricaricabili, perché questi ultimi richiedono di essere impiantati tramite operazione chirurgica, differentemente da quanto avviene per i dispositivi iniettabili per i quali è sufficiente una procedura ambulatoriale tramite, appunto, una normale iniezione.
Attualmente il dispositivo si trova in fase di sperimentazione preclinica in vitro e si stanno preparando per il primo studio pilota su animale.
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