La meccatronica al servizio della riabilitazione degli arti

Messo a punto un sistema innovativo finanziato da Regione Lombardia per una fisioterapia più completa a servizio della riabilitazione di pazienti reduci da gravi lesioni.

La meccatronica a servizio della riabilitazione di pazienti reduci da gravi lesioni, dovute ad esempio a ictus, trami, lesioni del midollo spinale: questa l’idea alla base di un innovativo sistema, messo a punto dalla bresciana Polibrixia, società specializzata nella ricerca scientifica applicata con competenze nell’ambito della meccanica, dell’elettronica e dell’informatica, e finanziato da Regione Lombardia con quasi 1,2 milioni di euro attraverso in bando FRIM FESR Aggregazioni.

La premessa è che esistono numerosi fattori che concorrono a determinare una sempre maggiore necessità di prestazioni riabilitative, a completamento e supporto degli interventi medici di tipo chirurgico e farmacologico. Milioni di persone nel mondo soffrono infatti di disordini motori in conseguenza di problemi soprattutto neurologici.

Per chi ha subito ictus, traumi cranici, lesioni del midollo spinale, è affetto da sclerosi multipla e dal morbo di Parkinson la necessità di una terapia riabilitativa appropriata ha una sempre maggiore rilevanza.

La natura di tali trattamenti, somministrati dai terapisti su un paziente alla volta, e la mancanza di metodologie e di strumenti che consentano di confrontare le diverse terapie riabilitative e la loro reale efficacia, fanno sì che le spese associate alle prestazioni riabilitative siano di solito molto elevate. Anche perché il rapporto tra il numero di terapisti impiegati e quello di pazienti trattati è sempre molto vicino o superiore all’unità.

Ecco allora che Polibrixia ha pensato a SIMeRiON, un innovativo dispositivo per l’esercizio fisico destinato alla fase di riabilitazione o al training degli arti, sia inferiori che superiori, per terapie passive, attive e anche attive-assistite. Il progetto finanziato da Regione sviluppa un sistema modulare per la riabilitazione, in grado di fungere da ausilio per il recupero di varie funzioni motorie, con particolare riferimento alla deambulazione.

Lo stato dell’arte vede dispositivi per la riabilitazione CPM – Continuous Passive Motion – che guidano il movimento dell’arto solo secondo un singolo grado di libertà: traslazione o rotazione. Il movimento complessivo dell’arto è ottenuto invece tipicamente dalla sovrapposizione di due movimenti, traslatorio e rotatorio.

Il risultato del progetto è una macchina in grado di proporre proprio i due tipi di movimento, che possono essere utilizzati sia singolarmente sia in combinazione. Dal punto di vista rotatorio, con movimenti di adduzione e abduzione, e anche dal punto di vista lineare con movimenti di estensione e flessione.

 

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