Un neurostimolatore midollare per tornare a camminare: primo intervento in Italia

All’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano il primo intervento in Italia di questo tipo, su una donna paralizzata da 5 anni per una lesione midollare.

Portato a termine all’Ospedale San Raffale di Milano un delicato intervento neurochirurgico mininvasivo, il primo in Italia, grazie al quale una giovane donna con paralisi degli arti inferiori ha recuperato le funzioni motorie attraverso l’impianto di un neurostimolatore midollare. 

L’innovativa e complessa operazione porta la firma del team di neurochirurghi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele guidato dal professor Pietro Mortini, primario di neurochirurgia e Ordinario presso l’Università Vita – Salute San Raffaele. 

La giovane, 32 anni, vittima di un incidente sportivo che le ha causato una lesione midollare, ora è in grado di mantenere la posizione eretta e di camminare con l’ausilio di un deambulatore. 

La paziente sta ancora eseguendo, con ottimi, risultati un complesso percorso riabilitativo definito dal dottor Sandro Iannaccone, primario dell’Unità di Riabilitazione Disturbi Neurologici Cognitivi-Motori.

Il risultato è stato possibile grazie alla collaborazione con un gruppo di ingegneri dell’Istituto di biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, diretto dal professor Silvestro Micera, esperto di fama internazionale di neuroingegneria, il cui team ha già collaborato con un gruppo a cui si devono altre sperimentazioni importanti su questo fronte. Si tratta dell’equipe del professor Grégoire Courtine del Politecnico di Losanna (Epfl), che proprio con il professor Micera ha creato una start-up per trasferire le proprie conoscenze scientifiche in ambito clinico.

La settimana scorsa aveva fatto notizia la nuova tecnica, messa a punto da Courtine e dal suo team, grazie alla quale un uomo di 40 anni, paralizzato ormai da 12 per una caduta in bicicletta, ha potuto camminare di nuovo in modo naturale, anche se per brevi distanze e con il supporto di una stampella.

Il professor Piero Mortini ha spiegato: “Stiamo conducendo un protocollo di ricerca clinica avanzata, coordinato dal mio collaboratore, dottor Luigi Albano, al termine del quale questo intervento potrebbe entrare nella pratica clinica corrente, offrendo una soluzione terapeutica ai pazienti con lesioni midollari. Il prossimo passo – chiarisce il professor Mortini – sarà trattare anche lesioni del midollo spinale determinate da malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla, nei pazienti che verranno reclutati dall’Unità di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta dal professor Massimo Filippi”.

Questo protocollo è parte di un programma di ricerca avanzata che Università Vita-Salute San Raffaele e IRCCS Ospedale San Raffaele hanno attivato per sviluppare terapie innovative che si avvalgono di un’interfaccia tra dispositivi elettronici e sistema nervoso centrale, per supportarne le deficienze funzionali.   

Il dispositivo impiantato si compone di due parti: 

  1. un supporto biocompatibile per 32 elettrodi che viene inserito nello spazio epidurale della colonna vertebrale; 
  2. un generatore di impulsi (una sorta di pacemaker) simile a quelli utilizzati nei pazienti con aritmie cardiache, inserito sotto la pelle a livello dell’anca. Gli impulsi vengono erogati al midollo spinale da dove poi transitano ai nervi e ai muscoli. 

L’impianto del dispositivo ha richiesto circa tre ore, con un intervento eseguito in monitoraggio neurofisiologico continuo. Il pacemaker è stato poi programmato per garantire l’attivazione coordinata di tutti i muscoli necessari alla deambulazione. Il controllo delle funzioni dello stimolatore è possibile grazie a una serie di opzioni funzionali che possono essere scelte dalla paziente in base alle necessità locomotorie della vita quotidiana.

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