Da Brescia un’innovazione che potrebbe avere un impatto significativo nel trattamento degli stadi iniziali dell’Alzheimer, anche a domicilio.
La novità è stata illustrata in un articolo, pubblicato dalla Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Brescia e dall’UOC Neurologia 2 dell’ASST Spedali Civili di Brescia, sotto la direzione del professor Alessandro Padovani, sulla prestigiosa rivista «Annals of Neurology».
Lo studio, coordinato dalla professoressa Barbara Borroni, verte sugli effetti di una terapia innovativa per la malattia di Alzheimer.
Il lavoro scientifico, che vede come primo autore il dottor Alberto Benussi, riporta gli effetti di un trattamento di stimolazione elettrica non invasiva in grado di sincronizzare i ritmi cerebrali, grazie al quale è stato osservato un miglioramento significativo dei disturbi di memoria, unitamente a un miglioramento dell’alterazione dei circuiti corticali cerebrali associati alla malattia.
Il trattamento, denominato gamma t-ACS, prevede la somministrazione di deboli onde elettriche mirate a normalizzare i ritmi cerebrali a una frequenza fisiologica.
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