La call è a stadio singolo, è stata aperta 3 marzo con una scadenza prevista per il 31 marzo e un processo di valutazione rapidissimo (entro il 15 aprile).
La call NON riguarda lo sviluppo di un vaccino, dati i tempi necessari, né aspetti epidemiologici.
E’, invece, mirata all’identificazione di nuovi agenti terapeutici (sia New Chemical Entities che derivanti da repurposing) e di sistemi diagnostici precoci efficaci e affidabili.
Il testo della call è disponibile sul sito web di IMI, dove si può trovare anche un documento di Frequently Asked Questions (FAQ), generato a seguito di una teleconferenza tra il Governing Board di IMI e i membri dello States Representatives Group tenutasi lunedì pomeriggio.
Data l’impostazione della call, si suggerisce strategicamente di prendere contatti con colleghi delle sedi che abbiano le competenze (reali, quindi, ad esempio per quanto riguarda la chimica, che si tratti di chimici farmaceutici con una storia scientifica consolidata di sviluppo di molecole ad attività antivirale o di inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o di inibitori di proteasi) per rispondere agli obiettivi. Come sempre le proposte progettuali dovranno prevedere network di collaborazioni internazionali.
È importante ricordare che le regole dei progetti IMI prevedono la presenza di almeno 3 entità legali distinte provenienti ciascuna da un diverso stato membro EU o da paesi associati a Horizon 2020 . Si suggerisce di considerare UK nel novero di questi ultimi.
Infine, il consorzio deve essere bilanciato in termini di competenze e capacità operative, evitando ridondanze tra i partner.