In occasione dell’incontro organizzato dal Cluster Lombardo Scienze della vita “Milano città al centro delle Scienze della Vita“, che si è tenuto giovedì 29 marzo presso Assolombarda a Milano, abbiamo intervistato i protagonisti del dibattito.
Egregio ingegner Masseroli, all’interno del progetto Milanosesto è prevista la realizzazione della “Città della salute”, un polo all’avanguardia per la salute dei cittadini. Quali relazioni sono previste tra la “Città della salute” e lo Human Technopole?
I distretti che si stanno creando attorno alla Città della Salute e della Ricerca e allo Human Technopole sono destinati a diventare eccellenze della Grande Milano. Situati ai poli opposti della città, queste realtà sono fortemente interconnesse e facilmente raggiungibili; il loro posizionamento potrebbe far pensare a una strategia predeterminata, ma è invece del tutto casuale.
Ciò non toglie che queste realtà possano e debbano dare origine ad importanti sinergie, sia in materia di trasferimento tecnologico, sia in ambito didattico e di cura. Su entrambe le aree saranno infatti presenti Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico pubblici e privati, Università, Scuole di Alta Formazione e Centri di Ricerca; realtà che per le loro nature intrinseche non possono non dialogare tra di loro.
Nel mondo esistono realtà simili che hanno dato vita ad una serie di collaborazioni: penso a Cambridge in Inghilterra con il Science Park e il Biomedical Campus, a Berlino con il Berlinbiotechpark e il Berlin Adlershof Park, o a Bethesda negli Stati Uniti. Mi auguro che questo modello di cooperazione possa essere adottato anche a Milano. Da un lato abbiamo lo Human Technopole che ospiterà l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Università Statale e la sede del nuovo Galeazzi, e che potrebbe diventare il luogo ideale per l’insegnamento, la ricerca e il trasferimento tecnologico in settori quali la genomica, le nanotecnologie, l’alimentazione e la robotica. Dall’altro lato sta procedendo la realizzazione del distretto di Milanosesto, dove si insedieranno importanti IRCCS riconosciuti a livello internazionale: l’Istituto Nazionale dei Tumori, il Neurologico Besta e una nuova struttura del Gruppo San Donato, nonché la scuola di alta formazione in Neuroscienze e Oncologia, un polo destinato a diventare la sede naturale per l’insegnamento, la ricerca e il trasferimento tecnologico nel campo della medicina, con un particolare focus sulle neuroscienze e sul settore oncologico.
Le due aree, dunque, dovrebbero essere considerate come un unico grande sviluppo, votato al trasferimento tecnologico focalizzato sulle scienze della vita. Mi auguro che il dialogo tra le Istituzioni consenta di posizionare Milano, grazie allo sviluppo delle sinergie tra i due poli, come un centro all’avanguardia nel campo delle scienze biomediche in particolare nel settore delle malattie neurodegenerative e oncologiche, capace di attrarre scienziati, medici, ricercatori e investimenti. Confido che vengano messi da parte i particolarismi per sviluppare un progetto che metta a fattore comune peculiarità e eccellenze racchiuse all’interno dello Human Technopole e del polo scientifico di Milanosesto, anche nell’ottica di attrarre un maggior numero di pazienti anche stranieri.
I distretti scientifici di Sesto San Giovanni e di Rho Fiera vanno dunque letti come un unico progetto che ambisce ad arricchire il prestigio internazionale della Città Metropolitana di Milano. Il loro sviluppo richiede un’unica regia: solo così la Grande Milano e tutte le realtà coinvolte potranno avere dei benefici. È importante che in questa partita Regione e Città Metropolitana operino come aggregatori e fattori di sviluppo delle partnership tra pubblico e privato per sfruttare il grande patrimonio in fase di realizzazione e che confermerà Milano quale centro di cura e ricerca scientifica all’avanguardia a livello internazionale.