Il momento non potrebbe essere più significativo, visto che la pandemia ha reso ancor più evidente come sia necessario formare specialisti in grado di ‘leggere’ e interpretare i temi della salute in una dimensione multidisciplinare. Specialisti capaci insomma di uno sguardo ampio, per decifrare fenomeni e connessioni di crescente complessità che richiedono necessariamente competenze innovative.
Anche per questo è di grande attualità l’iniziativa dell’Università degli Studi di Milano, che il 26 ottobre ha avviato le lezioni 2020 – 2021 del Master in Global Health (MGH): il primo in Italia dedicato a un approccio multidisciplinare al tema salute, uno dei 19 Master in Salute Globale in Europa.
Già prima delle ultime disposizioni per il mondo della formazione, il MGH era stato pensato per essere erogato in inglese e – unico tra quelli sullo stesso tema nell’Unione Europea – interamente online.
Il Master, della durata di un anno, è strutturato in 16 moduli e si avvale del contributo di 50 docenti provenienti – oltre che dalla Statale – da varie prestigiose università e agenzie italiane e straniere, tra cui la Columbia University di New York, il Karolinska Instituten di Stoccolma, l’Università di Ginevra, la London School of Tropical Medicine and Hygiene, e la World Health Organization.
Il Master è organizzato dall’Ateneo milanese insieme a MACH – Centre for Multidisciplinary Research in Health Science – centro nato dalla sinergia tra Università Statale e Fondazione IRCSS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. A coordinarlo i docenti Mario Raviglione, ordinario di Salute Globale e Andrea Gori, ordinario di Malattie Infettive. Per questo primo anno, sono stati selezionati 19 candidati: si tratta di 16 donne e 3 uomini, 13 italiani e 6 non italiani provenienti da tre continenti diversi, 6 medici e 13 partecipanti con differenti background non biomedici.
La Salute Globale è una cross-disciplina che spazia tra vari settori. Così, per fare un esempio concreto, si studieranno anche gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’ONU, che hanno un’importante influenza su fattori fondamentali per la salute umana.
Un focus che però non si limiterà agli aspetti prettamente medici, anche grazie a un modulo specifico coordinato da Stefano Bocchi, docente di Agronomia Agroecologia e delegato per il progetto “Minerva 2030 – La Statale e lo sviluppo sostenibile”: a lui si deve la costruzione di una équipe di docenti che include biologi, medici, urbanisti, economisti, fisici, glaciologi, alimentaristi e altri per sviluppare e approfondire il tema.
Negli altri 15 moduli il Master in Global Health vedrà coinvolti anche economisti, veterinari, esperti di Scienze della Comunicazione della Salute e di Cooperazione allo Sviluppo, giuristi internazionali, oltre a epidemiologi, clinici, biostatistici, esperti di Digital Health.