La prevenzione passa dal cibo: il principio che per molti è già uno stile di vita viene adottato a livello scientifico da SCIDA, progetto per la messa a punto di nuovi prodotti pro – e prebiotici per la prevenzione e il trattamento di alcune patologie infiammatorie estremamente diffuse, come la sindrome del colon irritabile e la dermatite atopica.
L’iniziativa è sostenuta da Regione Lombardia, con un finanziamento di 2 milioni 237 mila euro, a valere sui fondi POR FESR 2014-2020.
Il progetto vede come capofila SANOFI SPA e fanno parte del partenariato l’Università degli Studi di Milano, l’ASST Fatebenefratelli Sacco e il Consorzio Italbiotec di Milano, associato a nove atenei; insieme a loro due aziende, la Roelmi HPC (già Principium Europe Srl), partner di innovazione per il mercato della salute e della bellezza e la lodigiana Bict Srl, attiva nei settori farmaceutico, nutraceutico, cosmetico e per la nutrizione delle piante e degli animali.
Il progetto SCIDA si concentra sul ricorso alla nutraceutica per due patologie di largo impatto. Per la sindrome da intestino irritabile (IBS), si stima infatti che circa il 10-20% della popolazione adulta presenti i sintomi di questo disturbo funzionale. A sua volta, la dermatite atopica (AD) è una malattia infiammatoria cronica della pelle che interessa il 5-20% dei bambini e l’1-3% degli adulti, con notevoli effetti negativi sulla qualità della vita. A oggi, l’AD viene curata con corticosteroidi a livello locale, intervento che però deve però essere integrata con ulteriori rimedi. I probiotici potrebbero allora agire su questo fronte: diversi studi hanno dimostrato che alcuni batteri sono efficaci nel ridurre la gravità della malattia. Allo stesso modo, il progetto SCIDA intende individuare alcuni probiotici efficaci nel trattamento e nella prevenzione dell’IBS. A livello più generale, il progetto finanziato da Regione punta a consolidare e ampliare le conoscenze nel settore della nutraceutica, con impatti sia sull’agroalimentare sia sull’industria della salute. E dunque l’obiettivo sarà lo sviluppo di prodotti adatti a determinate categorie di cittadini sensibili, con finalità specifiche: da alimenti funzionali per la prevenzione di allergie e intolleranze alimentari a quelli per l’invecchiamento attivo.
Il mercato potenziale è molto vasto, le stime dicono infatti che in Europa interessa oltre il 20% della popolazione.
Dal punto di vista tecnologico verranno migliorate le competenze di diagnostica molecolare e individuati nuovi modelli in vitro, ex vivo e animali.