In occasione dell’incontro organizzato dal Cluster Lombardo Scienze della vita “Milano città al centro delle Scienze della Vita“, che si è tenuto giovedì 29 marzo presso Assolombarda a Milano, abbiamo intervistato i protagonisti del dibattito.
Egregio dottor Bonomi, con la recente approvazione da parte del Senato Accademico del trasferimento della Statale nell’area ex-Expo, si completa il quadro di una delle aree più importanti per lo sviluppo del territorio milanese. Ci può dire a che punto siamo e quali saranno i prossimi passi per rendere operative le diverse aree?
Un parco scientifico e tecnologico unico in Italia e al livello delle migliori esperienze internazionali. Questo è il progetto che stiamo realizzando nell’area che ha ospitato l’Esposizione Universale di Milano del 2015, un’area di oltre un milione di metri quadri perfettamente infrastrutturata con tutte le caratteristiche adatte a trasformarsi in una vera e propria città della scienza, del sapere e dell’innovazione.
Un progetto che non è più sulla carta ma che vede già risultati concreti. Le prime decine di ricercatori di Human Technopole sono già al lavoro a Palazzo Italia, un numero destinato a salire rapidamente per raggiungere quota 400 nel giro di un anno per arrivare poi a regime a quota millecinquecento. In fase di realizzazione anche il nuovo Galeazzi, il grande ospedale di rango IRCSS che metterà insieme competenze del Galeazzi con quelle della Clinica Sant’Ambrogio specializzata nella medicina cardiovascolare. Il progetto del nuovo Galeazzi è già stata presentato ufficialmente e la costruzione dell’ospedale partirà nelle prossime settimane per concludersi in 36 mesi.
L’ultimo tassello delle ‘funzioni pubbliche’ presenti nell’area è quello relativo al campus delle facoltà scientifiche dell’Università Statale di Milano. L’ateneo milanese aveva presentato la propria manifestazione di interesse a trasferirsi nell’area di Arexpo, una volontà che il 6 marzo di quest’anno si è trasformata in una decisione irrevocabile con il voto del Senato Accademico e del CdA. È un passaggio fondamentale non solo per il processo di trasformazione urbana che riguarda il sito di nostra proprietà ma soprattutto per l’università milanese che crea un vero e proprio campus all’altezza dei competitor internazionali che da tempo hanno puntato su strutture moderne all’altezza delle sfide accademiche e della ricerca di questi anni. Per questo credo che il termine ‘trasferimento’ non colga appieno il senso della novità rappresentata dalla nascita di un campus che ospiterà oltre ventimila persone, di cui 18 mila studenti e duemila tra professori e personale amministrativo.
Tutto questo ha un importante valore attrattivo per grandi aziende private, oltre sessanta, che hanno manifestato ufficialmente la volontà di insediarsi nella nostra area. Dal punto esclusivamente economico, Ambrosetti House ha stimato in 6,9 miliardi di euro l’impatto economico generato da Human Technopole, Galeazzi e Università nei prossimi 10 anni. L’area ha poi attratto già attratto investimenti privati per 1,8 miliardi di euro, una cifra destinata a salire.
Proprio la virtuosa collaborazione tra le funzioni pubbliche e le attività di ricerca delle imprese private è uno dei punti di forza del progetto del post-expo perché questa è la ricetta migliore, e la più attuale, per creare risultati nel settore accademico e di ricerca e anche per trasformare questi risultati in benefici concreti per la collettività.
Il progetto del Parco della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione è passato da essere una speranza a diventare una realtà in breve tempo, specie per le consuetudini italiane, e abbiamo superato il punto di non ritorno. Un risultato significativo per Milano, per la Lombardia e per l’intero Paese e questo è accaduto anche grazie al sostegno che tanti hanno dato a questa iniziativa, un sostegno importante che sono certo non mancherà anche in futuro.