Il workshop ha voluto fare il punto sulla situazione nazionale del trasferimento tecnologico nelle Scienze della Vita, approfondendo con i principali stakeholder i punti di forza e le criticità, i progressi in corso e le azioni necessarie per competere su scala globale in un settore strategico per il futuro del Paese e del pianeta.
Tre i temi al centro della discussione, che ha coinvolto autorevoli esperti impegnati nella valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica nel nostro Paese:
- La ricerca che crea valore.
- Valorizzare l’innovazione: TTO, acceleratori, incubatori.
- Investire nelle Scienze della Vita.
Ha aperto i lavori Elena Zambon, Presidente dell’omonimo gruppo farmaceutico, che ha presentato il valore del comparto Life Science a livello nazionale (10% del PIL) e i risultati raggiunti da alcune imprese biotech residenti in OpenZone, campus dedicato alle Scienze della Vita situato alle porte di Milano. “Il nostro campus è nato con la missione di creare un ecosistema imprenditoriale, dove la scienza incontra l’industria, dove le competenze scientifiche si uniscono a quelle imprenditoriali e dove la ricerca si trasforma in impresa, diventando realtà possibile per i pazienti. Sempre più OpenZone si impegnerà a creare ponti: ponti tra le diverse competenze, ponti tra la comunità scientifica, gli investitori e le istituzioni; ponti tra aziende mature e giovani startup che stanno trasformando la propria idea in progetto e in impresa”.
Non poteva che trovare casa in OpenZone Italian Angels for Biotech, l’associazione composta da 35 professionisti del settore Life Science (imprenditori, investitori, manager e scienziati), nata per contribuire a colmare il divario tra eccellenza scientifica e creazione di valore, attraverso investimenti finanziari e supporto manageriale a progetti industriali. Commentando i punti di forza della ricerca italiana e la competitività dei ricercatori italiani nell’attirare grant, il Presidente Luca Benatti ha affermato: “L’Italia sembra ‘lost in translation’: si fa della buona ricerca, ma questa ricerca non riesce a essere trasferita, trasformata in impresa”. Come migliorare? “Puntando sul capitale umano – persone, persone, persone – e su competenze qualificate e riconosciute, professionalità specifiche del Technology Transfer”.
Quattro gli elementi strategici citati da Oscar Pasquali, Capo della segreteria tecnica del MIUR: Cultura, Governance sinergica e coordinata, Strumenti snelli per accedere ai finanziamenti, una Valutazione dei Docenti che bilanci ricerca e valorizzazione economica dei risultati. Alessandro Sidoli, Vice Presidente Italian Angels for Biotech, ha aggiunto la visione globale, una burocrazia efficiente e un tessuto legislativo di supporto che garantisca continuità. Riccardo Palmisano, Presidente Assobiotec, ha sottolineato infine l’esigenza di una strategia di lungo periodo e di una governance centralizzata, che coordini le azioni dei vari ministeri competenti (MEF, Ministero dello Sviluppo Economico, MIUR, Ministero Salute) e delle Regioni.